I TAMARRINDI

Nella regione centrale del Botswana, tra le Alpi centro-nord-orientali della Maremma sahariana, vive la popolazione conosciuta con il nome di “Tamarrindi”. Dalla fisiognomica post-punk, questo gruppo ha condiviso per circa due millenni una landa desolata di sassi e terra rossa con fastidiose scimmie accattone dal culo pelato. Le loro peculiarità vi è affilare vecchie canne di bambù con canini dalla forma piramidale e toccare il culo alle turiste americane. 
Scoperti per caso alla fine del diciassettesimo secolo da un venditore ambulante di cocomeri, oggi i Tamarrindi preferiscono bere coca-cola su letti Ikea montati solo a metà perché comprati con lo sconto da difetto di produzione. Se già grande è il loro rammarico nel vedere la foresta squarciata dai picchi dal becco rosso e giallo, possono divenire molto cattivi nel caso svegliaste i loro pappagalli messi di guardia alle tradizionali toilette portatili, famose in tutta la regione dei Grandi Laghi Melmosi. Si possono certo fare molte supposizioni e congetture sul loro conto, ma nulla gli impedirà di rimanere il gruppo etnico più fedele alla gassosa San Pellegrino da qui all'apertura della prima catena di produzione in Anatolia meridionale. Nè potremmo loro negare abilità nell'arte d'intessere menzogne (Fonte: Istat, 1897).
Negli ultimi 25 anni il potere economico pro-capite degli indigeni è crollato drasticamente a causa della guerra per l'abbattimento del dazio doganale nell'import di gorgonzola Docg bergamasco. Purtroppo non si vede ancora possibilità d'un accordo, ma i rapporti continuano a rimanere tuttora molto tesi e non si esclude una futura guerra civile per accaparrarsi sedanini e noci da consumarsi con questa pregiata materia prima lombarda.



Ben conosciuta l'importanza dell'abito elegante per la caccia al pangolino tra la popolazione dei Tamarrindi.

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